Per parlare di Re-Branding, ovvero il restyling della brand identity, è necessario sapere cos’è il branding.
Per branding si intende quel processo aziendale che grazie ad una serie di attività differenzia un determinato marchio dai propri competitors, attraverso la propria impronta, identità ed elementi distintivi.
Questo viene attraverso una grande analisi interna, interrogandosi sulle idee ed emozioni che si vogliono trasmettere e tutta la filosofia dell’azienda, ed è appunto la base su cui effettuare il restyling della propria brand identity.
Come sappiamo, difficilmente un brand è immutabile nel tempo. Persino i brand più di successo e fama, effettuano il restyling per stare al passo con i tempi.
Fare re-branding è cambiare. Modificare la propria immagine, cambiare la percezione dei consumatori del proprio brand, è evolversi, aggiornarsi ma non solo.
La brand identity rappresenta la vision e la mission dell’azienda, deve emanare i suoi valori attraverso la sua immagine.
Si può fare un cambiamento radicale, andando a toccare tutti gli elementi distintivi di un brand come:
- Il logo
- Il nome
- La strategia marketing, di vendita e comunicativa
- Il design
Oppure modificare solo alcuni punti senza stravolgere tutto, andando quindi a effettuare un restyling parziale.
Fare re-branding dopo molto tempo è necessario, tuttavia bisogna valutare attentamente i rischi.
Come sappiamo l’identità di un brand è fondamentale, poiché è essa che richiama l’attenzione dei consumatori, crea fiducia… quindi cambiarla radicalmente, o nel momento non adatto può creare danni.
Inoltre l’identità del brand deve sempre andare di pari passo con l’evoluzione del business e delle esigenze del mercato, andando però ad aggiungere la propria impronta.
Come detto precedentemente, nessun brand per quanto famoso, può rimanere immutabile nel tempo, e perciò per evolversi attuano il restyling della brand identity, che come vale per tutte le cose, può aver riscontri positivi o negativi… vediamo alcuni esempi.
Il caso di Airbnb
Tutti conosciamo il famoso brand Airbnb, lanciato nel 2007.
Nel 2014 i fondatori effettuano un restyling del loro logo. Un logo replicabile da chiunque, e che riflette appunto un’idea di esperienza e visione del brand, unica e personale.
Dietro il logo, ovviamente c’erano diversi concetti che rappresentavano il brand di Airbnb, il messaggio e i valori che voleva trasmettere, che però non vennero colti da tutti. Inoltre ci furono grandi critiche sul design del logo, che per alcuni richiamava temi sessuali, o per altri riprendeva la fisionomia di animali come il muso del cane o dell’orso.
Insomma di battute dietro il logo ci sono state, tuttavia il restyling ha avuto tanta viralità sui social e la risposta del co-fondatore Nathan Blecharczyk “Ridete pure quanto vi pare!” ci fa capire che l’obiettivo di ottenere un’esperienza unica e varia per ogni cliente era stato raggiunto.
Il caso di GAP
Qui invece parliamo di un restyling sempre del logo, che però non è andato a buon fine.
Gap, che noi tutti conosciamo, nel 2010 lancia un nuovo logo più contemporaneo e attuale, tenendo però fede a degli aspetti passati, come la scatola blu.
Gli utenti non hanno però apprezzato il nuovo logo, descrivendolo come banale e impersonale.
Oltre al font scelto “Helvetica” carattere molto, forse troppo utilizzato, anche l’utilizzo dell’elemento distintivo, la scatola blu, ha lasciato a dire, poiché ridotta ad un quadratino e totalmente impersonale.
Così la Gap, dopo molte critiche e dopo aver provato a coinvolgere gli utenti per la scelta del nuovo logo, decise di ritornare all’iconico logo.
Questo Case Study, dimostra quanto è complesso prevedere l’esito di una strategia di re-branding.
Il caso di Apple
Un altro caso è l’evoluzione del logo di Apple.
Se notiamo oltre il primo logo del 1976, la grafica di tutti i successivi loghi dell’Apple è rimasta invariata ad esclusione del colore.
Questo perché Apple non ha mai avuto bisogno di un restyling vero e proprio.
Il caso di NIKE
Anche NIKE, avendo una chiara ed efficiente brand identity, nel corso del suo tempo ha sempre apportato piccole modifiche al suo logo, non toccando mai il “baffo”.
Come abbiamo detto precedentemente, andare a cambiare un aspetto identificativo di un logo, ma in generale della brand identity, può comportare azioni negative. Come non essere riconosciuti, perdere di affidabilità e fiducia.
Per questo fare il restyling della propria brand identity è giusto e alcune volte necessario, ma attenzione a scegliere il momento adatto e la giusta strategia.
Se stai cercando di fare un restyling al tuo business, noi di Willab Studio siamo professionisti e specializzati a farlo. Che aspetti, contattaci e richiedici una consulenza.