Il mondo è in continua evoluzione. Le tecnologie aumentano e di conseguenza anche i benefici e le possibilità.
Ciò che evolve però non sono solo i benefici “materiali” ma anche i metodi, le ideologie, gli approcci…
Un esempio lampante è il Design Thinking: una nuova visione e un nuovo modo di fare marketing.
Cos’è il Design Thinking:
Il Design Thinking o DT è una nuova metodologia di progettazione, caratterizzata da un approccio logico-creativo orientato al problem solving (risoluzione di una situazione problematica) e user-centred (centrato sull’utente), che si concretizza in modelli di processo condotti da team multidisciplinari per la realizzazione di nuovi prodotti, servizi, sistemi e modelli di business.
È importante specificare che al termine design non viene dato il significato a cui oggi siamo abituati, ma riporta all’etimologia latina “designare”, ovvero far sì che qualcosa si distingua attraverso un ‘segno’, che abbia quindi un determinato significato.
L’approccio del Design Thinking punta all’innovazione e ad un concetto che sempre di più si è capito fondamentale: realizzare i sogni e risolvere le problematiche delle persone, mettendo appunto il cliente e i suoi bisogni al centro di tutto.
Di fatto si parte proprio da questo. Se nel marketing tradizionale il processo parte con l’avere pronto un determinato prodotto o servizio, individuare gli obiettivi aziendali, individuare il proprio target, pianificare la strategia e poi lanciare il prodotto/servizio nel mercato. Nella metodologia del Design Thinking i processi vengono ribaltati.
Ma non solo… sono proprio la visione generale e l’approccio ad essere diversi.
I concetti chiave del Design Thinking:
Il Design Thinking ha una metodologia centrata sulla persona, sulla sua capacità di sviluppare un pensiero sia come soggetto ideatore che come destinatario del progetto. Il DT prevede infatti la contribuzione di tutti i membri, collaboratori e progettisti, ma anche di clienti, ottenendo così una visione più ampia.
Il suo processo può essere definito in 3 punti:
- Avvicinarsi al cliente per definire il contesto d’uso e le tecniche di empatia, sperimentando così il costumer journey
- Favorire la creatività e generare idee grazie a tecniche di brainstorming
- Sperimentare rapidamente le idee attraverso la prototipazione.
David M. Kelley imprenditore, designer, ingegnere e insegnante americano durante un’intervista definisce e sintetizza il concetto di Design Thinking così:
“(…)Essere empatici. Cercare di capire in che cosa la gente dia veramente valore. La grande cosa del Design Thinking è che permette alle persone di costruire idee sulle idee degli altri invece di incanalarle in un proprio filone. Tu pensi a qualcosa, io ho un’idea, poi qualcuno da qualche parte dice: ‘Ehi, questo mi ha fatto pensare che dovremmo fare questo e potremmo fare quello.’ Così arrivi ad un punto che non avresti mai raggiunto con un’unica mente.”
Fasi essenziali del Design Thinking:
L’obiettivo principale del Design Thinking, come detto prima, è partire dai sogni e problemi delle persone e creare prodotti che li soddisfano. Se si riesce a fare questo, lo sviluppo del business sarà una naturale conseguenza.
Questa metodologia se pur sviluppata in diverse varianti, ha 5 fasi essenziali:
Fase 1 – Empathize:
In questa prima fase la parola chiave è empatia. Immedesimarsi e capire le persone, i loro bisogni fisici ed emotivi, la loro visione del mondo… L’obiettivo è di raccogliere più informazioni possibili sui tuoi utenti. Comprenderli, osservarli, coinvolgerli, acquisendo così una comprensione personale più profonda e capire i loro veri bisogni. Possono essere molto utili le interviste agli utenti, seguire mappe dell’empatia…
Fase 2 – Define:
Qui è dove si analizzeranno e sintetizzeranno le informazioni raccolte nella fase precedente per inquadrare un punto di vista significativo e utilizzabile, che sarà la linea guida di tutto il team. Se nell’empathize ci si focalizzava nel capire i bisogni e i problemi degli utenti, qui bisogna rendere proprio il problema trovato. Esempio, passare dal “ci serve espandere la nostra quota di mercato dei prodotti alimentare tra le giovani ragazze almeno del 5%” a “le ragazze giovani hanno bisogno di mangiare del cibo nutriente per crescere in salute”.
Fase 3 – Ideate:
In questa fase bisogna dare sfogo alla propria creatività. Generate più idee possibili e confrontatevi con il vostro team. Pensate fuori dagli schemi per identificare nuove soluzioni, create modi alternativi per vedere il problema individuato. E’ essenziale fare brainstorming, brainwriting, mappe mentali, analisi competitive e comparative, creare uno storyboard…
Fase 4 – Prototype:
Il prototipo è la rappresentazione tangibile di un’idea o di una possibile soluzione. Questa è una fase sperimentale e l’obiettivo è identificare la migliore soluzione possibile al problema sviluppato nelle fasi precedenti. Tutto ciò che è stato pensato e fatto andrà implementato in questo prototipo che verrà poi mostrato agli utenti. I quali a loro volta daranno un feedback. Così alla fine di questa fase si avrà un’idea più chiara dell’opinione dell’utente e di cosa si dovrà andare a modificare nel prodotto/servizio.
Fase 5 – Test:
Nella fase finale, verrà testato rigorosamente il prodotto completo utilizzando le soluzioni individuate nella fase di prototipazione. Anche qui vengono apportate modifiche e perfezionamenti al fine di comprendere a 360° il prodotto e i suoi utenti.
Questo tipo d’approccio crea nuove opportunità, favorisce il cambiamento delle organizzazioni, favorisce una nuova mentalità, coinvolge le persone sia all’interno che all’esterno, crea un cambiamento della prospettiva delle persone, incentiva il lavoro in team e stimola la creatività.
Modalità di utilizzo del Design Thinking:
Non esiste un’unica interpretazione del Design Thinking tuttavia esistono 4 modelli principali:
- Creative Problem Solving
Prevede la comprensione dei bisogni dell’utente, ipotizza un gran numero di possibili soluzioni per soddisfarle, per poi individuare la soluzione più efficace. - Sprint Execution
Ha come obiettivo la realizzazione di un prodotto da lanciare sul mercato, potenzialmente capace di rispondere alle esigenze degli utenti, ma soggetto ad essere migliorato dopo aver analizzato la reazione dei consumatori. - Creative Confidence
A differenza dei precedenti, punta direttamente sul coinvolgimento delle persone per creare e alimentare una cultura organizzativa e una mentalità adatte ad affrontare con fiducia i processi di innovazione. - Innovation of Meaning
È l’approccio col quale le imprese ridefiniscono la visione aziendale, i messaggi e i valori legati ai prodotti e ai servizi che offrono.
Design Thinking per le PMI:
Quando si parla di innovazione ed evoluzione, gran parte delle volte si pensa sia riferito a chi, in poche parole, se lo può permettere… e la maggior parte delle volte è così.
Prendiamo in esempio, la realtà virtuale, la realtà aumentata e tutti quei software o strumenti che ti permettono una grande possibilità di crescita ma che di conseguenza richiedono un grande investimento, che non tutti si possono permettere.
Per quanto riguarda il Design Thinking questo non vale.
È un approccio adattabile a tutti, piccole, medie o grandi aziende, ma è essenziale che ci sia la voglia, l’apertura mentale di tutto il team aziendale e la determinazione di uscire dai propri limiti per scoprirne altri ancora inesplorati, con lo scopo di trarre vantaggio per il proprio business.
Conclusione:
Il Design Thinking può essere approcciato in qualsiasi campo e settore.
È un metodo innovativo che stimola la creatività e il lavoro in team multidisciplinare.
È una grande opportunità per le piccole, medie imprese che specialmente in questo periodo hanno bisogno di trovare nuove soluzioni di fronte ad un cliente sempre più esigente e ad un mercato sempre più competitivo.