Cosa vuol dire digitalizzare un’impresa? La digitalizzazione consiste nell’implementazione di strumenti e tecnologie digitali che aiutino l’impresa a rendere più efficienti i suoi processi aziendali. Ovviamente è un passaggio non immediato e comporta investire tempo e risorse. In questo contesto, le grandi imprese si sono trovate avvantaggiate rispetto a quelle di piccole e medie dimensioni, potendo contare sia su budget più elevati da investire sia su una maggiore cultura del digitale. A conferma del gap esistente, il Digital Economy and Society Index (DESI), un indice creato dalla Commissione Europea per monitorare il livello di digitalizzazione dell’economia e della società di un Paese, riporta che in Italia quello delle piccole-medie imprese (PMI) è al di sotto della media europea.
La pandemia mondiale di Covid-19 ha, in un certo senso, costretto le PMI ad avviare il processo di digitalizzazione, per dare continuità al proprio business e mantenere un contatto con la clientela. La sfida più grande sarà, adesso, passare da questo approccio puramente reattivo all’emergenza sanitaria, ad uno strategico di lungo periodo. In poche parole, si spera che le PMI continuino ad investire nel digitale non perché “costrette” da fattori esterni, ma in quanto consapevoli di come possa renderle più efficienti.
A tal proposito, le Camere di Commercio hanno creato il Bando Voucher Digitale I 4.0, che ti illustrerò nel dettaglio in questo articolo.
Cos’è il Bando Voucher Digitale I 4.0
A seguito del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 12 Marzo 2020, e nell’ambito delle attività previste dal Piano Transizione 4.0, le Camere di Commercio hanno dato vita ad un’iniziativa volta a sostenere economicamente la diffusione della cultura digitale delle micro, piccole e medie imprese (MPMI). Per finanziare i progetti presentati dalle singole imprese verranno utilizzati contributi a fondo perduto (voucher). Gli investimenti devono riguardare almeno una delle tecnologie dell’elenco 1, più eventualmente una o altre tecnologie dell’elenco 2.
Elenco 1:
- Robotica avanzata e collaborativa;
- Componenti di un dispositivo che permettono all’uomo di interagirci;
- Manifattura additiva e stampa 3D;
- Prototipazione rapida;
- Internet delle cose (Internet of Things) e delle macchine;
- Cloud, fog e quantum computing;
- Cybersecurity e business continuity;
- Big data e analytics;
- Intelligenza artificiale;
- Blockchain;
- Soluzioni tecnologiche per la navigazione immersiva, interattiva e partecipativa (realtà virtuale e ricostruzioni 3D);
- Simulazione e sistemi cyberfisici;
- Integrazione verticale e orizzontale;
- Soluzioni tecnologiche digitali per l’ottimizzazione della supply chain;
- Soluzioni tecnologiche per la gestione e il coordinamento dei processi aziendali con elevate caratteristiche di integrazione delle attività (ad es. ERP, MES, PLM, SCM, CRM, incluse le tecnologie di tracciamento, ad es. RFID, barcode, etc);
- E-commerce;
- Sistemi per lo smart working;
- Soluzioni tecnologiche digitali per l’automazione del sistema produttivo e di vendita per favorire forme di distanziamento sociale dettate dalle misure di contenimento legate all’emergenza sanitaria da Covid-19;
- Connettività a Banda Ultralarga.
Elenco 2:
- Sistemi di pagamento mobile e/o via Internet;
- Sistemi Electronic Data Interchange (EDI);
- Geolocalizzazione;
- Tecnologie per l’in-store customer experience;
- System integration applicata all’automazione dei processi;
- Sistemi fintech (ad es: crowdfunding, online banking, gestione dei pagamenti, etc);
- Tecnologie della Next Production Revolution (NPR);
- Programmi di digital marketing;
- Soluzioni tecnologiche per la transizione ecologica.
Quali sono i requisiti di partecipazione
Possono fare richiesta, una sola volta all’anno, tutte le MPMI sia singolarmente che in forma cooperativa, di reti o consorzi. L’importante è che soddisfino alcuni requisiti:
- Essere micro, piccole o medie imprese;
- Avere sede legale e/o operativa nella circoscrizione territoriale della Camera di Commercio di competenza;
- Essere regolarmente iscritte al Registro delle Imprese;
- Non essere in stato di fallimento, liquidazione (anche volontaria), amministrazione controllata, concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
- Essere in regola con il pagamento del diritto annuale camerale e con gli obblighi contributivi e previdenziali dei dipendenti.
A quanto ammonta il contributo

Il contributo a fondo perduto può coprire fino al 70% delle spese ammissibili, al netto dell’IVA. L’importo massimo erogabile può variare da provincia a provincia, anche se non può superare comunque i 10.000€. Per richiedere il finanziamento l’importo minimo dell’investimento deve essere di 1.500€, a meno che non si tratti di una rete di imprese (minimo 3). In tal caso si richiede un investimento minimo di 500€ ad impresa.
Ciascuna Camera di Commercio può comunque riservarsi la facoltà di:
- Incrementare lo stanziamento iniziale o rifinanziare il Bando;
- Chiudere i termini della presentazione delle domande in caso di esaurimento anticipato delle risorse;
- Riaprire i termini di presentazione delle domande in caso di mancato esaurimento delle risorse disponibili.
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